Un uomo

Questo mio cuore che batte, vibra, ad ogni emozione,

nella mia rincorsa contro il tempo,

dove forse, darò la mia vita per salvarne un’altra.

Nei miei passi frettolosi, nei tonfi ovattati sul selciato,

con l’aria compressa nei miei polmoni,

il sangue pulsante nel cervello,

le mani nodose protese in uno sforzo sovrumano,

in un momento dove è così flebile

il confine della paura e del coraggio.

Ora sento le urla della sirena,

interrompere i silenzi immutabili della notte,

lo sguardo intenso dei miei compagni

attraverso gli elmetti incontrare il mio,

a fermare in noi attimi disperati.

Io lo so, sono un vigile del fuoco,

quando porterò aiuto e conforto al vecchio che soffre,

quando stringerò tra le mie braccia un bambino ferito,

quando riceverò un sorriso da una donna appena salvata.

Io sono un uomo, non sono un eroe,

un uomo normale, un altro, tra altri uomini,

con il dolore frammisto al dolore di tanti,

con i miei figli e i figli degli altri nel cuore,

con la mia donna e le donne degli altri negli occhi.

Ora sento il fuoco crepitare,

il fumo denso coprire ogni cosa,

le corse e le rincorse,

per dare agli altri il mio tutto e le piccole cose,

il mio aiuto a mani protese,

a voci soffocate che gridano,

a chi non vuole morire.

Ma sono attimi che balenano nella mente,

niente di cui possa pentirmi,

ancora una volta dovrò lottare,

credere nel lavoro che compio,

dove è così sottile la dimensione tra la vita e la morte,

uomo od eroe, per me, non avrà più importanza.

Poesia vincitrice del Premio Nazionale di Poesia di Recanati, indetto dal Centro Mondiale di Poesia Giacomo Leopardi e dal Comando Prov.le V.V.F. di Macerata, sul tema “ Vigili del Fuoco operatori di salvezza.

Recanati 4 Dicembre 2006

Un uomo

Questo mio cuore che batte, vibra, ad ogni emozione,

nella mia rincorsa contro il tempo,

dove forse, darò la mia vita per salvarne un’altra.

Nei miei passi frettolosi, nei tonfi ovattati sul selciato,

con l’aria compressa nei miei polmoni,

il sangue pulsante nel cervello,

le mani nodose protese in uno sforzo sovrumano,

in un momento dove è così flebile

il confine della paura e del coraggio.

Ora sento le urla della sirena,

interrompere i silenzi immutabili della notte,

lo sguardo intenso dei miei compagni

attraverso gli elmetti incontrare il mio,

a fermare in noi attimi disperati.

Io lo so, sono un vigile del fuoco,

quando porterò aiuto e conforto al vecchio che soffre,

quando stringerò tra le mie braccia un bambino ferito,

quando riceverò un sorriso da una donna appena salvata.

Io sono un uomo, non sono un eroe,

un uomo normale, un altro, tra altri uomini,

con il dolore frammisto al dolore di tanti,

con i miei figli e i figli degli altri nel cuore,

con la mia donna e le donne degli altri negli occhi.

Ora sento il fuoco crepitare,

il fumo denso coprire ogni cosa,

le corse e le rincorse,

per dare agli altri il mio tutto e le piccole cose,

il mio aiuto a mani protese,

a voci soffocate che gridano,

a chi non vuole morire.

Ma sono attimi che balenano nella mente,

niente di cui possa pentirmi,

ancora una volta dovrò lottare,

credere nel lavoro che compio,

dove è così sottile la dimensione tra la vita e la morte,

uomo od eroe, per me, non avrà più importanza.

Poesia vincitrice del Premio Nazionale di Poesia di Recanati, indetto dal Centro Mondiale di Poesia Giacomo Leopardi e dal Comando Prov.le V.V.F. di Macerata, sul tema “ Vigili del Fuoco operatori di salvezza.

Recanati 4 Dicembre 2006